Gelate tardive per i vini italiani una corsa contro il tempo
Allerta gelate tardive, siamo in primavera inoltrata e le temperature sono ancora molto basse. Come ogni inizio anno, nel periodo del risveglio vegetativo per le viti da vino e da tavola bisogna scongiurare il peggio.
Gli agricoltori di molte regioni italiane stanno vivendo notti insonne a causa dell’abbassamento delle temperature. Questo è quanto la natura ci riserva con colpi di coda all'inverosimile.
Vaste are coltivate a vigneti di Moscato Giallo in Piemonte, al Primitivo e Nero di Troia in Puglia, Trebbiano e Montepulciano in Abruzzo, Sangiovese e Lambrusco nell'Emilia, il Glera e Muller-Thurgau del Trentino Alto Adige sono state colpite nella notte scorsa da gelate tardive.
PREVENZIONE ALLE GELATE TARDIVE
L’abbassamento delle temperature al di sotto di 2 – 0 °C sono letali per la viticultura. Una vera prevenzione a questi fenomeni naturali no ha trovato ancora una soluzione efficace.
Le coperture con teli in plastica utilizzate per posticipare la raccolta delle uve da mensa, Italia, Cardinal, Red Globe, Vittoria, non si sono dimostrate altrettanto idonee a proteggere le nuove gemme dal gelo.
Come anche il ricorso all’ausilio di antiche pratiche agricole consistente nel riscaldare l’aria con fuochi sparsi o il movimento dell’area con sistemi artificiali sono mera di fantasia e leggende.
Una eventuale riduzione del fenomeno, ma non risolutiva del rischio, risiede nell’individuare zone agricole più esposte a corridoi di aria ventilata e non stagnante. Impiantare nuovi vigneti con varietà di uva con epoca di germogliamento tardivo, alcune delle quali sono il Montepulciano, il Trebbiano, il Raboso Veronese, Aglianico, Lambrusco…
Il problema delle gelate tardive è anche visto come causa principale per la quale molte aree agricole europee non possono essere destinate alla viticultura.
Nel corso dei secoli il fenomeno atmosferico ha messo a dura prova aziende vitivinicole costringendo a volte le famiglie di agricoltori a spostarsi in altre regioni per creare redito.
Cronologicamente nell’ultimo decennio, il comparto vinicolo ha risentito più volte questo clima avverso. Il calo delle quantità di prodotto per are geografiche determina prezzi più alti per quintale di uve ricavate, ripercuotendosi sull’intera filiera con aumenti dei prezzi al consumo.
Guardando con gli occhi del contadino la natura resta comunque il miglior alleato a cui, prima di ogni nuovo progetto produttivo, ci si confida. Questa è la domanda più ricorrente che sento pronunciare “se Dio vuole”… .
Auguro buon lavoro al mondo agricolo, convinto di poter condividere insieme a loro il frutto di amore e passione per la Terra.
Cercheremo di trasmettervi un po’ d’informazioni dalle varie zone d’Italia attraverso i nostri esperti direttamente sul posto.
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